Gangi in provincia di Palermo
Altitudine 1011 slm
Abitanti 7200 (Gangitani)
Il nome di Gangi compare da sempre nella letteratura archeologica per essere stato, sulla base di una assonanza onomastica connessa all’antica Engyon, la mitica città di fondazione cretese citata da Diodoro e famosa nell’antichità per il tempio e il culto delle Dee Madri.
Nel Medioevo divenne feudo dei Ventimiglia, ma nel 1299 scoppiò una rivolta contro di loro per sedare la quale dovette intervenire lo stesso Federico III che ordinò la distruzione della città (localizzabile con l’odierna contrada di Gangivecchio), ricostruita poi sul monte Marone insieme al Castello e alla Torre feudale detta dei Ventimiglia. Questa poderosa emergenza architettonica fa ora da torre campanaria alla Chiesa Madre intitolata a S. Nicolò, ricostruita nella prima metà del Seicento ad ampliamento dell’originario oratorio di S. Sebastiano. Essa è uno scrigno di opere d’arte: conserva diverse sculture lignee del famoso Filippo Quattrocchi, autore di molti capolavori presenti in tutto il territorio siciliano, e il Giudizio Universale di Giuseppe Salerno, considerato la sua opera più importante. Inoltre è possibile visitare la cripta, comunemente detta “a fossa di parrini”, dove sono custoditi i corpi imbalsamati, con particolari tecniche di mummificazione, di un centinaio di sacerdoti, vestiti con abiti talari e stole pastorali, oggetto recentemente di studi scientifici da parte dell’Università degli Studi di Palermo.
La Chiesa del Ss. Salvatore che con la sua torre campanaria a cuspide maiolicata tipica manifattura madonita conserva, oltre alle consuete statue del fine scultore gangitano, un grande Crocifisso attribuito a frate Umile Pintorno da Petralia e la tela Lo Spasimo di Giuseppe Salerno. Da menzionare, inoltre, la Chiesa di S. Cataldo che custodisce la tela I Diecimila Martiri sempre di Giuseppe Salerno, la settecentesca Chiesa della Badia e la Chiesa della Madonna della Catena.
Una nota a parte spetta al Santuario dello Spirito Santo, posto solitario ai piedi dell’abitato e meta sia di numerosi pellegrinaggi sia della immensa processione che si snoda l’indomani della Pentecoste e che vede coinvolti più di quaranta simulacri portati a spalla da numerosi devoti.
Molte, inoltre, sono le strutture civili tra cui il palazzo Sgadari sede del Sistema museale (museo archeologico, pinacoteca Giambecchina, museo delle armi) e il palazzo Bongiorno (XVIII secolo) affrescato nel 1758 dal pittore romano Gaspare Fumagalli. Quest’ultimo palazzo fu sede della famosa Accademia degli Industriosi, di cui fece parte anche Giuseppe Fedele Vitale, autore della celeberrima opera La Sicilia liberata, in cinque tomi e scritta in ottave siciliane.
Da segnalare che il Comune di Gangi, oltre ad appartenere all’esclusivo club dei Borghi più belli d’Italia, recentemente è stato l’unico comune siciliano ad essere insignito del prestigioso titolo di “Gioiello d’Italia” dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per gli affari regionali, turismo e sport e dall’Anci.
Il Borgo madonita ha ottenuto l’importante riconoscimento per essersi distinta per l’attrattiva turistica e la capacità di valorizzare le tradizioni e il territorio. Il notevole patrimonio storico-architettonico e ambientale, un diffuso Sistema museale, un’importante politica di destagionalizzazione di eventi culturali ed enogastronomici e un’ottima ricettività alberghiera sono stati alcuni dei punti, ritenuti cardini, dalla Commissione esaminatrice.
Il riconoscimento “Comune Gioiello d’Italia” servirà a promuovere l’Italian life style attraverso una rete d’eccellenza fatta di turismo di qualità.